IL DESIGN CHE NON SI ARRENDE
Il recente diffondersi a livello mondiale del COVID-19 sta costringendo l’economia globale ad affrontare un fenomeno tanto grave quanto inatteso.
L’impatto che il virus produrrà sull’economia del pianeta risulta pressoché impossibile da valutare al momento, essendo lo stesso influenzato da più variabili al momento difficilmente pronosticabili: la durata dell’epidemia nel nostro Paese, la portata delle misure di rimedio che verranno intraprese e lo sviluppo del virus nel resto del mondo.
In un momento di così grande incertezza si sviluppano iniziative di collaborazione e salvaguardia anche tra soggetti che normalmente animano una salutare competizione di mercato, ma che sanno interpretare la delicatezza del momento e sentono forte il desiderio di federare i loro sforzi in obiettivi comuni e di sistema.
E’ con questo spirito che un gruppo di aziende del settore Arredo e Design hanno stabilito nelle settimane scorse un nuovo livello di dialogo. Una chat iniziale tra pochi soggetti si è trasformata in poche settimane in un tavolo di lavoro digitale al quale partecipano appassionatamente alcune tra le più importanti aziende del settore: B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Molteni Group, Poltrona Frau.
Il primo risultato tangibile del gruppo è stato un documento redatto ormai 2 settimane fa come richiesta di moratoria sul prezzo degli affitti per tutti gli immobili commerciali attualmente chiusi. Le aziende hanno proposto di giungere ad un accordo che riducesse del 50% il costo degli affitti da Aprile a Dicembre 2020. La richiesta è stata subito inviata a tutti i proprietari degli immobili commerciali occupati nel mondo e costituisce oggi uno strumento importante ed una buona base di discussione.
Il principale obiettivo oggi del gruppo, e dell’intero settore, è quello di garantire la ripresa produttiva prevista oggi per il 14 Aprile.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE RITORNARE A PRODURRE
L’andamento dei contagi sta finalmente dando qualche segnale positivo e incoraggiante.
È venuto il momento quindi di iniziare a pensare ad una nuova fase, che consenta agli Italiani di ritornare alla loro vita, sociale e produttiva, pure certo nel rispetto massimo di tutte le contromisure che occorrerà prendere a causa di COVID-19.
Una delle decisioni più urgenti da prendere nei prossimi giorni riguarda l’attesa ripresa produttiva del Paese, prevista adesso per il 14 di Aprile.
Si tratta di una scelta molto importante, quasi decisiva, che inciderà profondamente sul futuro industriale, economico e sociale del nostro Paese.
Continuiamo a sostenere la centralità del settore manifatturiero in Italia ma giova qui ricordare che nel 2017 abbiamo perso la seconda posizione nella classifica Europea, a lungo mantenuta secondi solo alla Germania, a favore della Francia.
È bene quindi che tutti insieme si affronti il tema del ritorno al lavoro con l’importanza che tale decisione impone, per evitare che una grandissima tragedia umana e sociale si trasformi in una conseguente tragedia industriale ed economica, che falcidierebbe sul campo migliaia di imprese e cancellerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Il settore Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione Italiana. Con la forza delle sue 20.000 imprese attive e 130.000 addetti primari, il settore sviluppa 23 MLD di fatturato con un export che supera il 60%.
Se volessimo considerare l’intera filiera Legno-Arredo allora parleremmo di 75.000 imprese attive con 315.000 addetti per un fatturato di 43 MLD.
Ci sono diversi motivi che animano la richiesta degli imprenditori di questo importante settore di poter riaprire presto gli impianti fermi:
LA SALUTE AL PRIMO POSTO
Le fabbriche sono luoghi sicuri, occorre ribadirlo. Seguendo, e spesso superando, i protocolli di sicurezza i nostri impianti sono oggi luoghi sicuri grazie a layout produttivi che rispettano il distanziamento sociale, misurazione della temperatura attraverso moderni termo scanner, consumo di pasti distribuiti individualmente evitando così temporaneamente la frequentazione delle mense, l’utilizzo di mascherine delle classi idonee, l’utilizzo di camici e guanti laddove previsto, la regolare sanificazione degli ambienti attraverso i più moderni sistemi disponibili.
Le aziende del settore dialogano costantemente con le autorità e sono attente e disponibili a valutare l’introduzione di norme e presidi che vadano anche oltre quanto previsto per legge.
Quando un operario si reca in fabbrica oggi sa che sta entrando in un luogo controllato e sicuro come, e forse addirittura di più, la propria abitazione o il supermercato dove si reca regolarmente a fare la spesa.
Vale la pena anche di ricordare che i nostri stabilimenti sono ubicati in zone suburbane, in paesi che consentono alle nostre maestranze di poter raggiungere il luogo di lavoro in maniera autonoma, spesso addirittura a piedi oppure in bicicletta, senza dover quindi utilizzare i mezzi di trasporto pubblico.
LA NECESSITA’ DEL LAVORO
Le nostre imprese competono ormai da decenni in un mercato globale, popolato da competitori globali. Questo mese di necessaria chiusura ha comportato l’impossibilità per le nostre aziende di rispettare commesse siglate ed onorare termini di consegna delle merci previste negli ordini e nei progetti.
Possiamo ancora recuperare questo ritardo riaprendo il 14 Aprile e lavorando sodo nei prossimi mesi. I nostri clienti ci preferiscono per la bellezza e la qualità dei nostri prodotti, saranno comprensivi e sapranno attenderci.
Ma se la chiusura dovesse protrarsi ulteriormente allora la tenuta del sistema industriale sarà messo davvero a dura prova. Molti nostri competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, continuano infatti ad operare regolarmente in queste settimane. Sollecitati da grandi developers o clienti internazionali garantiscono produzione e tempi di consegna certi accaparrandosi commesse ed ordini altrimenti nostri.
I loro prodotti prenderanno prima il nostro posto in progetti indifferibili nel tempo, poi magari anche nei negozi multi marca nel mondo. Migliaia di ordini verrebbero persi o cancellati. La ripresa, quando avverrà, sarà caratterizzata da un monte ordini (backlog) molto basso e da una situazione finanziaria gravemente deteriorata.
Per molte aziende del settore ciò significherà non riuscire più a ripartire. Potremmo perdere il 20-30% del nostro patrimonio industriale ed assistere a gravissimi danni della filiera di sistema. Tutto ciò si tradurrà inesorabilmente nella perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.
Potremmo impiegare 20-30 anni a recuperare ciò che potremmo perdere in poche settimane.
IL RITORNO ALLA NORMALITA’
Un insieme sociale operoso e prospero si basa anche sulla fruttuosa partecipazione alla vita lavorativa ed al conseguente progresso industriale del Paese